Prosegue la caduta libera del greggio, che ha toccato i 63 dollari al barile. Scende anche il prezzo alla pompa dei carburanti e quindi del gasolio, anche se non con lo stesso ritmo, a causa dell’elevato carico fiscale. E da gennaio 2015 potrebbe scattare l’aumento delle accise. Il petrolio ha raggiunto il valore più basso dal luglio del 2009, a causa soprattutto del rifiuto dell’Opec di tagliare la produzione. Secondo gli analisti, dietro a questa decisione ci sarebbe l’Arabia Saudita, che intende così mettere in crisi sia la Russia, sia gli Stati Uniti (che utilizzano il procedimento più costoso dell’estrazione per frantumazione delle rocce di scisto bituminoso, il cosiddetto shale oil), sia l’Iran. Insomma, una scelta prettamente geo-politica.
Il calo del greggio sta causando anche una diminuzione del prezzo dei carburanti, anche se con un tasso notevolmente inferiore. La quotazione internazionale del gasolio e scesa di altri otto euro per mille litri, toccando il valore di 452 euro per mille litri. In concreto, il prezzo medio alla pompa è di 1,63 euro al litro. E tra neppure un mese, il primo gennaio 2015, potrebbe addirittura salire, indipendentemente dalle quotazioni del petrolio, perché potrà scattare la clausola di salvaguardia dei conti pubblici, che comporta un aumento automatico delle accise di 1,8 centesimi al litro (cifra che, con l’Iva, tocca i 2,2 centesimi al litro). Ricordiamo che negli ultimi quattro anni, le accise (e di conseguenza l’Iva) sui carburanti sono state aumentate ben nove volte.
Crolla il prezzo del petrolio, gasolio cala meno
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