La sperimentazione avviata dall’Agenzia delle Dogane rivela risultati incoraggianti per ridurre i tempi di sdoganamento delle merci sbarcate nei porti italiani di Genova, La Spezia, Ravenna, Venezia e Trieste. Ecco i primi dati.
In occasione del convegno intitolato “Lo sdoganamento in mare” – organizzato congiuntamente a Ravenna dal locale Propeller Club e presieduto dall’avvocato Simone Bassi insieme al Propeller Club di Milano – il direttore centrale dell’Area Tecnologie per l’innovazione dell’Agenzia delle Dogane, Teresa Alvaro, ha parlato di dwell time (vale a dire il tempo che intercorre da quando un container viene sbarcato fino a quando esce dal gate del terminal portuale) ridotto da 5,5 a 2,5 giorni.
In quella occasione le Dogane hanno anche rivelato i numeri dei primi mesi di sperimentazione del pre-clearing in alcuni porti italiani (gli scali di Genova e La Spezia sono stati i primi a partire a inizio anno, mentre a settembre e a ottobre la sperimentazione ha preso il via anche a Trieste, Livorno, Venezia e Ravenna. Savona, Napoli, Civitavecchia, mentre Bari e Taranto saranno i prossimi a partire).
Le statistiche dei primi mesi di sperimentazione sono incoraggianti soprattutto per quei porti, come La Spezia e Genova, dove sono significativi sul computo totale i traffici di merci su container. La riduzione del tempo di permanenza dei container nel porto a seguito dello sdoganamento in mare è stimata in 5-12 ore per Trieste, dalle 4 alle 6 ore a Ravenna, 12 ore in meno a Genova e 60 a La Spezia. Dunque, risparmi di tempo concreti che certificano la validità di questo sistema di sdoganamento anticipato delle merci effettuato mentre la nave è in navigazione verso il porto di destinazione finale.
In termini numerici a Trieste sono stati presentati già quasi 4000 documentazioni A3 oggetto di sdoganamento in mare (ad ogni A3 corrisponde un container), mentre a Livorno sono oltre 8600, a Ravenna quasi 5000 e a Venezia 1849. La diffusione è ancora maggiore nei due scali liguri di Genova e La Spezia con rispettivamente poco meno di 15.400 e poco più di 19.000 documentazioni A3 presentate per lo sdoganamento in mare.
Discutendo dei risultati emersi da questi primi mesi di sperimentazione, Galliano Di Marco (presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna) e Giuseppe Peleggi (direttore generale dell’Agenzia delle Dogane), hanno sottolineato il fatto che per poter sfruttare appieno le potenzialità del pre-clearing sarebbe necessario che anche la Sanità Marittima (organo del Ministero della Salute) partecipasse attivamente a questo progetto. Cosa che fino ad oggi non è avvenuta. L’integrazione in queste procedure anche della Sanità Marittima sarebbe la ciliegina sulla torta per lo sdoganamento in mare che, secondo quanto stimato dall’Autorità Portuale di La Spezia, consente di ‘aumentare’ la superficie operativa in banchina del 20-25%, grazie alla razionalizzazione degli spazi e alla riduzione dei tempi di scarico e uscita dei container dal porto.
Sdoganamento accelerato con il pre-clearing
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