Negli ultimi giorni, la vertenza tra lavoratori e terminalisti sta intensificandosi e potrebbe portare al blocco delle attività nei porti della costa occidentale. Armatori e spedizionieri chiedono l’intervento del presidente Obama.Oltre cento associazioni degli operatori portuali statunitensi hanno scritto a Barack Obama per scongiurare lo sciopero dei portuali, che sta diventando sempre più probabile dopo la rottura delle trattative tra il sindacato International Longshore and Warehouse Union e l’associazione datoriale Pacific Maritime Association. Gli operatori chiedono l’avvio di una mediazione federale per risolvere la controversia, usando l’autorità presidenziale concessa dal Taft-Harley Act.
La vertenza ruota intorno al rinnovo del contratto dei portuali, scaduto lo scorso luglio. Le trattative sono in corso da maggio, ma sono giunte ad un punto morto. Ad aggravare la situazione, c’è la congestione delle banchine, che è diventata critica dallo scorso settembre. L’incubo è che torni la situazione dell’autunno del 2002, quando il contrasto tra lavoratori e imprese portuali causò il blocco totale dei porti, con un danno all’economia statunitense di almeno un miliardo di dollari. Oggi, con l’aumento del traffico container, i danni potrebbero essere ben superiori. La National Association of Manufacturers, che associa i produttori, e la National Retail Federation, che associa il commercio, stimano che cinque giorni di sciopero potrebbero causare danni di due miliardi di dollari.
Il sindacato ILWU ha già avviato azioni di protesta nei porti di Seattle e Tacoma, che per ora si svolgono attraverso un rallentamento delle attività, e sta estendendole anche a Los Angeles e Long Beach. Tali azioni hanno già causato forti disagi al flusso logistico, fino a dieci giorni di ritardo. I porti californiani già soffrono di carenze infrastrutturali e di forniture di servizi, tra cui il numero insufficiente di camion per container, che creano problemi, indipendentemente dalla protesta dei portuali. Il loro blocco sarebbe drammatico, perché questi due scali muovono l’ottanta percento delle merci sbarcate sulla costa occidentale degli Stati Uniti.
Rischio blocco per i porti occidentali Usa
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